Rinvenuto reperto unico a Civita Giuliana

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LECCE (di Francesca Alfieri) – Nel vano di un criptoportico della villa suburbana presso Civita Giuliana, dove a novembre sono stati ritrovati i corpi di due fuggitivi travolti dall’eruzione del 79 d.C, è stato rinvenuto un carro cerimoniale, unicum fra i reperti Italiani.

Gli interventi per portarlo alla luce sono stati condotti a partire dalla metà di gennaio da un team interdisciplinare di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, operai specializzati, paleobotanici ed antropologi.

L’equipe è stata supportata dalla Procura di Torre Annunziata e la collaborazione ha impedito che il reperto finisse nelle grinfie dei tombaroli.

Si tratta di un “pilentum”, carro a quattro ruote usato dalle élite romane durante i cerimoniali e lo testimoniano impronte di due spighe di grano lasciate su un sedile e altri resti di decorazioni vegetali. Le sue alte ruote di ferro sorreggono un cassone leggero in frassino su cui probabilmente si trovava una seduta, con schienale e braccioli metallici, ideata per due o uno individui.

Il cassone è riccamente decorato sui lati con lamine di bronzo intagliate e pannelli di faggio dipinti di rosso e nero. Sul retro alcuni medaglioni di bronzo e stagno, raffiguranti scene erotiche ed eroti, sono abilmente incastonati su lamine metalliche.

Il mezzo può essere legato al culto di Venere in quanto gli eroti, o amorini, sono i multipli con cui suo figlio Cupido è rappresentato nell’iconografia; quindi anche alla presenza di una sacerdotessa nella dimora. Una seconda ipotesi, come illustrato dal responsabile scientifico e direttore uscente del Parco archeologico di Pompei Massimo Osanna, presume che si trattasse di un mezzo usato per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico.

Lo stesso archeologo ha sottolineato che l’unico precedente conosciuto di questa tipologia di carro è stato trovato 15 anni fa in una tomba che comprendeva quattro sepolture e cinque carri nella zona dell’antica Tracia.