I giochi del passato contro i giochi del presente

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LECCE (di Francesca Alfieri) L’avvento delle nuove tecnologie negli ambiti più vari ha modificato radicalmente la quotidianità delle persone e non solo di quelle adulte. Anche la vita dei bambini è cambiata in maniera significativa. Prove rilevanti di questa trasformazione sono i nuovi giochi a loro destinati, molto più evoluti rispetto a quelli dei loro progenitori.

I nostri nonni, da frugoletti, si cimentavano con i loro amici nella creazione di giochi semplici ma divertenti, combinando la fantasia con ciò che avevano a disposizione. Mia nonna, ad esempio, in campagna con le sue amiche, aveva ideato una sorta di altalena. Una di loro si appendeva al pergolato della vite e veniva spinta dalle compagne.

Fra le invenzioni maggiormente in voga tra i nonni salentini vi era il gioco delle trottole, dette “piripissi”, formate da bastoncini di legno o fiammiferi posti al centro di ghiande aperte. Molto comune era anche il gioco dei “tuddhri”, cinque sassolini lanciati in alto e ripresi in diverse combinazioni in cui l’abilità delle mani faceva la differenza. Altre attività dinamiche erano quelle all’esterno come “ruba bandiera”, “nascondino”, “campana” e “quattro cantoni”.

Oggi i più piccoli possiedono un’ampia gamma di balocchi: dai peluche alle bambole parlanti, dalle costruzioni ai puzzle, dai robot alle automobili telecomandate, dalle tempere ai tatuaggi temporanei, dai giochi da tavolo ai videogiochi. Oltre a quelli tradizionali, infatti, ne usano anche altri, come l’hoverboard e il visore 3D, nati più recentemente grazie alle nuove scoperte tecnologiche.

Il primo è stato introdotto da pochi anni in Europa. Nato negli Stati Uniti, è una sorta di skateboard futuristico con un motore elettrico alimentato da una batteria e autonomia di circa 20 chilometri. Per comandarlo occorre spostare il peso del proprio corpo dando prova di grande equilibrio e bilanciamento. Invece, il visore 3D è un dispositivo informatico a forma di casco o di occhiali che consente l’interazione con la realtà virtuale, ossia un ambiente tridimensionale costruito al computer. I nostri nonni lo avrebbero mai immaginato?

Negli anni passati i bambini, giocando all’aria aperta e a contatto con la natura, ricavavano molti benefici. Alcuni dei vantaggi erano il potenziamento del sistema immunitario, la riduzione dello stress, l’azione analgesica e l’aumento della concentrazione.

Adesso i bambini, ma anche i ragazzi, trascorrono troppo tempo in casa davanti alla televisione e alle console dei videogames. I rischi che ne derivano sono l’alienazione, i disturbi visivi, la privazione del sonno, la diminuzione della concentrazione e la sedentarietà con tutti i problemi di salute a questa connnessi, vale a dire obesità e scarsa attività fisica.

Chissà a quanti, come alla sottoscritta, è capitato di assistere a situazioni davvero allarmanti: genitori stanchi per i piagnucolii dei loro figli di pochi anni che davano loro il cellulare pur di tenerli apparentemente tranquilli. Concedere il telefonino ai lattanti non è certo il modo giusto per intrattenerli o distrarli. I genitori più attenti però sanno che il gioco ha la funzione di sviluppare la personalità dei bambini, i quali soprattutto in tenera età devono essere assistiti nelle loro attività ludiche.