Spazio al femminismo

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LECCE (di Valentina Anglani) È una maestra di asilo questa volta a essere vittima di cybershaming. La donna “colpevole” di aver inviato un video hard al suo fidanzato, perde il lavoro. L’uomo infatti, come tante volte accade, “ricambia” il gesto della donna che dovrebbe amare, condividendo il video con i suoi amici. Tipico comportamento di branco, per vantare la gloria di una nuova preda, consapevole di vivere in una società che avrebbe giudicato lui come “playboy” e la donna come una “poco di buono”.

Tra coloro che hanno ricevuto il video vi è il compagno di una donna, che riconosce la vittima come maestra d’asilo del proprio figlio. Purtroppo questa volta ci si discosta molto dal concetto di branco, all’interno del quale gli animali della stessa specie collaborano e si difendono tra loro. La donna infatti condivide a sua volta il video con le altre mamme, indignata che una donna che ha compiuto un simile gesto sia parte integrante dell’educazione dei bambini.

Non impaurita dalle minacce, la donna denuncia la diffusione di questo video e per ripicca la mamma decide di rivolgersi alla preside, per essere lei questa volta a denunciare lo scandalo. Purtroppo però anche la preside appartiene alla categoria di donne che non fanno parte del branco e per il buon nome della scuola decide di licenziarla, lasciandole un marchio che la accompagnerà per tutta la vita.

Probabilmente le mamme in questione non hanno tenuto conto che, per evitare che la maestra dei propri figli fosse una “poco di buono”, hanno contribuito a dare un pessimo insegnamento di vita ai propri bambini e alle proprie bambine. Il 25 novembre sarà la giornata contro la violenza sulle donne e forse queste saranno le stesse donne che in quel giorno pubblicheranno frasi fatte e si faranno chiamare femministe.

È deplorevole come ancora oggi nella società prevalga il maschilismo e il luogo comune, da parte di uomini e donne indistintamente, che in casi come questi la vittima diventi colpevole. Colpevole di aver inviato un video privato al suo fidanzato e vittima della cattiveria di quest’ultimo e di tutti gli altri che hanno contribuito alla diffusione. Magari un giorno riusciremo a delineare il confine tra pubblico e privato e far crollare il concetto di uomo forte che domina sulla donna, vittima prima di tutto del giudizio della società.