La violenza: una realtà dolorosa troppo comune

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LECCE (di Gloria De Giorgi) Molteplici ricerche condotte negli ultimi mesi rivelano che sono molto comuni le molestie e gli apprezzamenti sessuali subiti dalle ragazze adolescenti. Uno studio Ipsos ha permesso di effettuare un’indagine su un campione di ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni, al fine di approfondire la percezione degli stereotipi di genere nei modi di agire degli adolescenti del nostro paese. I dati emersi dallo studio rivelano che il 70% delle adolescenti dichiara di aver subito molestie e apprezzamenti in luogo pubblico ed il 64% precisa di averle ricevute da un uomo adulto. Ne derivano disagio, preoccupazione, vergogna e paura delle stesse vittime, le quali non sempre trovano il coraggio e la forza di denunciare l’accaduto.

La stima si focalizza su una percentuale del 41% poiché questa indica tutte quelle ragazze che hanno visto postare dai propri contatti social contenuti che hanno destato in loro un senso di umiliazione nell’essere e nel sentirsi donne. Tra queste, circa il 10%, ha mostrato una maggiore esposizione a questa problematica durante il periodo del lockdown.

Gli abusi sui bambini

La definizione legale di molestia su minore considera abuso ogni atto da parte di un soggetto che, con la forza, costringe un minore ad avere rapporti sessuali. Sono circa 83.800 le vittime di questa violenza. Un numero che quotidianamente cresce in maniera significativa e che si costruisce maggiormente sugli abusi dei minori di sesso femminile. È una delle forme di violenze più estreme che danneggia la società e lo sviluppo fisico, psicologico ed emozionale dei bambini. Le Nazioni Unite dimostrano che oltre il 10% dei minori europei è stata vittima di abusi sessuali e che è necessario che la società comprenda l’effetto negativo che questi possono generare anche a distanza di anni sulla vittima. La base per diradicare questo fenomeno così comune è lo studio dello stesso.

È indispensabile per gli adulti accogliere e captare le richieste di aiuto. Si esorta ad allargare lo sguardo affinché si possa evitare di cadere sia nell’errore di restare in silenzio che nel danno del pregiudizio.

 

Il ruolo della sensibilizzazione nel cinema

Quentin Tarantino ha deciso di portare negli schermi televisivi di tutto il mondo il tema della violenza rovesciato in chiave ludica e leggera. Questo aspetto è stato evidente nei film prodotti negli anni Novanta come “Pulp fiction” e “Le Iene”, dove dimostra la capacità di rappresentare un avvenimento estremamente crudo facendolo percepire agli spettatori come ironico e parodico. Questo espediente è il mezzo mediante il quale il regista esorta ad una riflessione sulla crudeltà umana nel corso della storia. Una riflessione che diventerà estremamente esplicita nel film “Bastardi senza gloria”. Ciò dimostra come la violenza sia sempre stata parte della società e insita nei modi di fare dell’uomo presentandosi in molteplici forme. Quello di Tarantino è l’esempio di come anche la cinematografia decida di sensibilizzare i contenuti di un tema tanto delicato quanto reale e che deve necessariamente essere combattuto.