La storia di Babbo Natale

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LECCE (di Sofia Martella) – Giaccone rosso, scarponi neri e una lunga barba bianca. Babbo Natale da tempo immemore affascina grandi e piccini ed è sempre atteso con molto entusiasmo. Ma che cosa si nasconde dietro questa magica figura? La sua storia ha radici molto antiche. In origine era spesso rappresentato come un elfo o un uomo alto e magro, indossava a volte una pelli di animali simili a quelle dei cacciatori norvegesi, oppure la veste di un vescovo. Pare che il personaggio tragga infatti origine da San Nicola, vescovo di Myra, protettore dei bambini. In alcuni Paesi dell’Europa come Belgio, Paesi Bassi o Austria, Babbo Natale viene ancora rappresentato così, in abiti vescovili.

Il nome Santa Claus (Babbo Natale in inglese) pare derivi proprio da Sinterklass, San Nicola in olandese. In Germania, prima della conversione al cristianesimo, il folclore popolare raccontava che ogni anno il dio Odino facesse una battuta di caccia nei giorni del solstizio invernale insieme a altri dei. Era quindi tradizione che i bambini ponessero i loro stivali vicino al caminetto, dopo averli riempiti di carote, paglia o zucchero da regalare al cavallo volante di Odino, Sleipnir. Come ringraziamento, il dio riempiva gli stivaletti con regali o dolciumi. Questa usanza si è mantenuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di San Nicola. Tale tradizione germanica attraversò poi l’Oceano Pacifico ed arrivò negli Stati Uniti nelle colonie olandesi ed è all’origine di quella che esiste ancor oggi di appendere delle calze al caminetto nella notte di Natale e molto simile a quella che è diffusa in Italia per la notte dell’Epifania.

In Islanda invece esiste una tradizione che parla di ben 13 Babbi Natale! La tradizione si basa infatti su 13 elfi o folletti chiamati Jólasveinar che hanno nomi differenti ispirati al tipo di cibo che preferiscono. Nei 13 giorni che precedono il Natale i bambini islandesi buoni ricevono perciò 13 regali, uno per ciascuno di quei 13 folletti. Tali doni vengono messi nelle scarpe che i bambini hanno lasciato sotto la finestra. I bimbi cattivi invece ricevono delle patate. I 13 folletti a volte si divertono comunque a fare i dispettosi e fare loro degli scherzi.

Il Babbo Natale moderno, pare che derivi dalla tradizione britannica di un uomo grosso e barbuto che indossa un mantello verde, ornato di pelliccia e lungo fino ai piedi. Era lo spirito della bontà del Natale, quello stesso che si ritrova anche nel famoso racconto di Charles Dickens, “Canto di Natale”, con il nome di “Spirito del Natale presente”. La renna appare con Santa Claus poiché la tradizione ne ha fatto un personaggio proveniente dal Nord Europa. La renna era sacra a Isa o Disa, la dea Grande Madre degli Scandinavi.

Nel Nord Europa la renna assume spesso il significato di simbolo lunare, come tutti gli altri cervidi, perciò ha ruoli funerari e di guida delle anime dei defunti nell’oltretomba, ma soprattutto ha ruoli notturni per cui è collegata a Santa Claus che giunge di notte portando doni. Anche in altri paesi questa figura di San Nicola ha subito gli adattamenti necessari per uniformarsi al folklore locale. Ad esempio, nei paesi nordici sopravvive ancora l’immagine pagana della “capretta di Yule” (in svedese julbock), che porta i regali la Vigilia di Natale e le decorazioni natalizie costituite da caprette di paglia sono molto diffuse. In tempi più recenti, però, sia in Svezia che in Norvegia il portatore di doni viene identificato con Tomte o tomtenisse, un’altra creatura del folklore locale. In Finlandia, la capretta di Yule viene chiamata joulupukki. La dimora tradizionale di Babbo Natale cambia a seconda delle tradizioni.

In America si sostiene che abiti al Polo Nord (situato per l’occasione in Alaska), mentre in Canada il suo laboratorio è indicato nel nord del paese; in Europa è più diffusa la versione finlandese che lo colloca in un villaggio vicino alla ben più grande città finlandese di Rovaniemi, in Lapponia, esattamente sul Circolo Polare Artico. Secondo i norvegesi la sua residenza è Drøbak, dove si trova l’ufficio postale di Babbo Natale. Altre tradizioni parlano di Dalecarlia, in Svezia, e della Groenlandia. Nei paesi dove viene identificato con San Basilio viene talvolta fatto abitare a Cesarea in Cappadocia.

Negli USA e in Italia la tradizione vuole che la sera della Vigilia di Natale si lascino un bicchiere di latte e dei biscotti per Babbo Natale; in Inghilterra il suo pasto consiste invece di mince pie e cherry. I bambini inglesi e statunitensi lasciano anche fuori casa una carota per le renne di Babbo Natale; un tempo veniva detto loro che se non fossero stati buoni tutto l’anno avrebbero trovato nella calza un pezzo di carbone al posto dei dolci.

L’abitudine di scrivere una lettera a Babbo Natale è una tradizione natalizia che risale a molto tempo fa. Le lettere contengono di solito una lista dei giocattoli desiderati e la dichiarazione di essere stati buoni.In molti paesi, le poste accettano le lettere che i bambini scrivono a Babbo Natale; in alcuni casi le risposte vengono fornite dagli stessi impiegati postali o da volontari. In Canada, ad esempio, è stato predisposto un apposito codice postale per le lettere indirizzate a Babbo Natale: H0 H0 H0 (in riferimento all’espressione “ho-ho-ho!” di Babbo Natale).

Un ruolo fondamentale nella trasformazione di San Nicola in Babbo Natale spetta a Clement Clarke Moore che nella famosissima poesia (poi diventata anche canzone di Natale) dal titolo “A Visit from Saint Nicholas (nota anche come “Twas the Night Before Christmas” o come “The Night Before Christmas”) rappresentò Santa Claus come grassoccio, con la barba bianca e vestito con abiti rossi ornati di pelliccia bianca. Nel testo Babbo Natale arriva su una slitta trainata da renne e porta un sacco pieno di doni sulle spalle.

Una leggenda metropolitana attribuisce l’origine del moderno Babbo Natale alla famosa bibita Coca Cola che utilizzò Babbo Natale per la prima volta vestito di rosso e con la barba bianca in una pubblicità degli anni ’30. Questa teoria però non è corretta perché l’azienda non fu la prima a usare Babbo Natale nelle sue pubblicità.

Nel mondo della televisione sono innumerevoli i film a sfondo natalizio che hanno come protagonista l’omonimopersonaggio. L’esempio lampante è il film “La vera storia di Babbo Natale: nel Nord Europa vive un anziano falegname che costruisce giocattoli per i bambini del proprio Paese e, un giorno, finisce magicamente a costruire giocattoli nel mondo degli elfi che lo chiamano Babbo Natale, ma un crudele fabbricante di giocattoli trama contro di lui…

Buon (Babbo) Natale a tutti!