Lecce (di Valentina Anglani) Dopo quasi 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, sembra a volte che non sia cambiato nulla. Aldo Rolfi e Maria Bigliani sono solo due delle ultime vittime di questa nuova e spaventosa ondata di antisemitismo. Aldo Rolfi è figlio di una partigiana e la notte tra il 23 e il 24 gennaio è stata ritrovata sulla porta della sua casa la scritta “ Juden hier”, “ebrei qui”. Anche Maria Bigliani è figlia di una partigiana, sul muro accanto alla porta di casa qualcuno ha scritto “crepa sporca ebrea”, proprio durante la giornata della memoria.
Ha fatto ancora più scalpore il fatto che quest’ultimo atto sia avvenuto proprio il 27 gennaio, quando in realtà la gravità è allo stesso livello degli altri deplorevoli atti di razzismo. La giornata della memoria è stata istituita proprio il 27 gennaio, in quanto nella medesima data nel 1945 furono liberati i prigionieri di Auschwitz, per commemorare le vittime dell’Olocausto. Vittime che andrebbero ricordate tutti i giorni, quando ci si lamenta di cose futili, quando si giudica senza conoscere e quando si da per scontata una situazione di pace che in realtà non lo è.
In un’intervista Aldo Rolfi aveva affermato “Siamo davanti ad una situazione di impoverimento culturale. Mia madre avrebbe commentato: «abbiamo fallito» ” È infatti molto grave il crescente numero di negazionisti che affermano che l’Olocausto non sia mai avvenuto.
Per non commettere gli stessi errori del passato occorre conoscere la storia. Per non “uccidere” nuovamente tutte le vittime di una strage così grande occorre bloccare ogni forma di razzismo. Per evitare che si ripeta una situazione tanto deplorevole, realmente accaduta, occorre ricordare.