I rischi del Giornalismo

0
501

LECCE (di Valentina Anglani) – Il giornalista è un professionista del settore dell’informazione; si occupa di scoprire, analizzare, descrivere e scegliere notizie per poi diffonderle. Purtroppo, però, sempre più spesso, quello che in realtà dovrebbe essere un mestiere del tutto rispettato e sicuro diviene una lotta per la sopravvivenza.

Il 15 novembre, a Caserta, il giornalista Mario De Michele, direttore di campanianotizie.com, ha denunciato di essere stato vittima di un agguato a colpi di arma da fuoco che hanno colpito la sua auto. Lo stesso giornalista pochi giorni prima era stato aggredito da due persone a viso scoperto, che lo accusavano di aver provocato lo scioglimento del Consiglio comunale di Orta di Atella per infiltrazioni camorristiche.

L’opinione pubblica non considera il vero rischio che corrono i giornalisti, partendo dagli inviati speciali, incaricati di seguire in prima persona e descrivere determinati avvenimenti, dalla politica ad un congresso culturale, ma anche conflitti armati, dove i rischi sono evidenti. Anche i giornalisti di inchiesta però, senza necessariamente trovarsi in posti di guerra, corrono molti pericoli. Indagando e approfondendo su casi di truffe, di omicidi o di mafia, spesso arrivano ad un punto in cui ostacolano e denunciano interessi di persone che non conoscono altre soluzioni se non la violenza.

Eclatanti sono i casi come quello del popolare Roberto Saviano che, denunciando apertamente e approfonditamente esponenti e interessi della Camorra napoletana, è ormai costretto a vivere sotto scorta da oltre dieci anni dopo le minacce ricevute in seguito al reportage sulla cosiddetta “Terra dei fuochi” e per il suo impegno nel divulgare pratiche e vicende che, in provincia di Caserta, hanno reso difficile se non impossibile la quotidianità di un’intera popolazione che paga lo scotto di dover convivere con criminali che hanno avvelenato i terreni di varie zone d’Italia (si parla anche del Salento) causando la morte di centinaia di persone per malattie collegate all’interramento di rifiuti altamente cancerogeni provenienti soprattutto dal Nord Italia.

Anche Daniele Piervincenzi, con il suo film maker Edoardo Anselmi, inviati di “Nemo – Nessuno escluso”, nel 2017 sono stati aggrediti a Ostia da Roberto Spada irritato dalle domande scomode del giornalista. Il membro del clan Casamonica è stato condannato a sei anni, con l’aggravante del metodo mafioso, tanto che nessuno dei presenti è intervenuto in soccorso alle vittime. Per lo stesso caso è stato arrestato anche Alvez Del Puerto Nelson, presente durante l’aggressione e con precedenti per droga.

Tutti questi esempi dimostrano l’esistenza di enormi interessi economici che ruotano intorno al mercato della droga, strettamente connessi a quelli mafiosi e sui quali è indispensabile indagare e informare l’opinione pubblica, proprio come è importante tutelare tutti i giornalisti che si occupano di queste vicende perché il loro, oltre a essere un lavoro, rappresenta una rischiosa missione ed un dovere nei confronti della società civile.