LECCE (di Valeria Leone) – Una new entry ha percorso il red carpet accompagnata dalla dipendenza da internet e dallo streaming online. Non si tratta solo di fumo, alcool, o droghe ma una nuova patologia ha preso piede nella nostra società: la dipendenza da serie tv.
Per quanto possiamo tentare di negarlo, almeno una volta ognuno di noi ha cercato di inventare una scusa per rimanere il maggior tempo possibile a casa e concludere la fiction che ci ha tenuto sulle spine già dai primi minuti. Quanti episodi della nostra serie TV “del momento” siamo capaci di vedere in una sola volta? Ci è mai capitato di sentirci “in colpa” per il nostro modo di guardare questi programmi?
L’aumentare di piattaforme con programmi in streaming ha incentivato il “consumo” di tali prodotti: con un semplice clic abbiamo la possibilità di accedere a innumerevoli programmi senza attendere la messa in onda di settimana in settimana e senza le interruzioni pubblicitarie, mentre in passato l’unico svago consisteva nell’aspettare trepidamente e con il fiato sul collo ogni puntata, creando un vero e proprio conto alla rovescia fatto di supposizioni su cosa succederà e perché è andata in quel modo.
La tipologia da video-dipendente é stata definita dagli studiosi “binge-watching” (ovvero dipendenza da serie TV), l’abitudine per la quale si vede un numero di episodi in rapida successione e in un ristretto lasso temporale.
Una delle maggiori motivazioni che trascina un ragazzo in questa trappola è dato dalla necessità di cercare emozioni diverse da quelle che si vivono quotidianamente, quindi può costituirsi come una strategia di regolazione emozionale, bloccando le emozioni negative e configurandosi come una via di fuga dai problemi della vita.
Ognuno di noi ha sognato di condividere con i propri amici le avventure presenti in “Stranger things”, cospirare contro la Zecca di Stato e organizzare una rapina come ne “La casa di carta”, o vivere nell’elite di Manhattan circondato da fama e notorietà, elementi che caratterizzano “Gossip Girl”.