Cataldo Motta al Palmieri: cos’è la malavita oggi

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LECCE (di Giorgia Giustizieri) “Ho accettato con piacere il vostro invito perché parlare con i giovani è fondamentale: siete gli unici con cui valga pena parlare.”. È cosi che l’ex procuratore della Dda di Lecce Cataldo Motta ha inaugurato l’incontro con i ragazzi del Liceo Palmieri, entusiasti di ospitare una personalità del suo calibro all’interno della propria scuola. Dalle origini della Sacra Corona alla criminalità organizzata di Mesagne, il dott. Motta ha raccontato ai ragazzi le proprie esperienze sul campo, dando la possibilità agli studenti di ampliare il proprio sguardo su quello che è il vastissimo panorama della lotta antimafia. In pensione dal 1º gennaio 2017, l’ex procuratore apre gli occhi al pubblico della conferenza su quello che è la mafia oggi: “Dall’esterno può sembrare quasi che la Mafia in Puglia si sia estinta, ma non è così. La tecnica di inabissamento delle attività criminali di Bernardo Provenzano ha avuto la meglio, in quanto consente alle associazioni criminali di evitare l’esposizione diretta, pur senza mettere una fine alle proprie attività illecite.”.

Il dott. Motta afferma che oggi più mai l’allarme per la presenza della malavita in Puglia è fortissimo: non solo la mafia esiste ancora, ma esiste con le stesse strutture risalenti al 1983, anno di fondazione della Sacra Corona Unita. La cosa peggiore, che potrebbe aver fatto arrivare il territorio salentino ad un punto di non ritorno, è l’accettazione della criminalità organizzata da parte dei cittadini. Nel brindisino, ad esempio, sono numerose le città in cui i commercianti versano spontaneamente somme di denaro a titolo di pensiero alla malavita. “Quando si raggiunge una determinata fama criminale, per le associazioni mafiose intimidire non è più necessario. Si tratta di un’intimidazione ambientale dovuta al passato, che porta i cittadini ad accettare i soprusi senza alcun bisogno di minacce ed estorsioni. È sufficiente aver raggiunto una determinata credibilità criminale”. racconta ai ragazzi l’ex procuratore. Nel brindisino il consenso del popolo aumenta sempre di più. Non sono mancati episodi nei quali a seguito degli arresti dei criminali la folla sia scesa in piazza solidarizzando con la malavita, come nel caso di Mesagne. Come affermato dal dott. Motta, è fondamentale che la lotta antimafia sia radicata nei cuore dei cittadini, e non si limiti ad essere un compito delle istituzioni. La rassegnazione è il terreno fertile della criminalità organizzata: se il popolo accetta la malavita, si arriverà inevitabilmente ad un punto di non ritorno. È necessario accendere nei giovani il desiderio di combattere per la giustizia: sono loro insieme futuro e speranza.