Come i geni influenzano la nostra alimentazione

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LECCE (di Sofia Martella) – A decidere se preferiamo dolce o salato, speziato o semplice, piccante o zuccherato sono i nostri geni. Questi però non influenzano solo i nostri gusti a tavola, ma anche gli eventuali disturbi alimentari, come il diabete.

Uno studio condotto dall’Università di Osaka e dal Centro Riken, e pubblicato su Nature Human Behaviour, ha analizzato le abitudini alimentari di circa 160.000 giapponesi, prestando particolare attenzione al consumo di alcol, caffè, tè verde, latte, yogurt, formaggio, tofu, pesce, verdure, carne e nattō (alimento tipico giapponese prodotto dai fagioli di soia fermentati). I risultati hanno evidenziato relazioni tra genoma e dieta, mettendo in risalto soprattutto una variazione genetica (polimorfismo a singolo nucleotide, SNP) legata alla consumazione di caffè e alcol.

Inoltre, per scoprire se questi SNP fossero collegati a malattie alimentari, sono state portate avanti delle indagini, analizzando le varianti genetiche dell’intero genoma dei partecipanti. Dalla ricerca è emerso che sei degli SNP erano connessi al fenotipo di una malattia, tra cui alcune forme di cancro e il diabete di tipo 2.

Anche uno studio più recente di un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto Burlo Garofolo e dell’Università di Trieste, presentata in occasione della Conferenza dell’European Society of Human Genetics, ha trattato questo argomento.

Secondo la ricerca nell’elica del DNA è iscritta anche la preferenza ad un determinato cibo. Sarebbero nello specifico 17 geni (o più) a determinare i cibi che amiamo e non. Inoltre, contrariamente alle ipotesi avanzate, nessuno dei geni che influiscono con la “personalizzazione” dei sapori era associato ai recettori del gusto o dell’olfatto. Ulteriori indagini sono state eseguite sulla percezione del gusto salato, in modo tale da capire meglio le scelte alimentari di ognuno e cercare dei sostituti del sale per ottenere una dieta più sana.

La scienza non smette mai di stupirci e soprattutto non pensa solo ad un progresso scientifico, ma anche umano.