LECCE (di Filippo Nuzzoli) Chi pensa può essere diviso in due categorie: chi pensa secondo le tradizioni e chi cerca di liberarsi da queste.
Ma il pensiero non è sempre stato libero: per arrivare a quella che oggi si chiama Libertà di pensiero, il mondo ha attraversato molte rivoluzioni, spesso anche molto sanguinose.
Senza la libertà di pensiero nessuna società può né cambiare né progredire in nessun campo, ma – come osserva John Bagnell Bury – questo compito non è di tutti, «tocca solo quel numero relativamente ristretto di persone che hanno delle idee da esprimere, siano esse rivoluzionarie o soltanto non conformiste». Gli intellettuali di un certo rilievo ammettono che nell’espressione delle proprie idee oggi non ci sia alcun asservimento ai principi teologici. Nessuno scienziato ha più paura di pubblicare i suoi studi e le sue ricerche, qualunque siano le eventuali conseguenze dannose per le convinzioni religiose correnti. La critica alle dottrine e alle istituzioni politiche e sociali è libera. Gli ottimisti possono essere certi che questa vittoria sarà durevole, che la libertà di pensiero ormai è assicurata per sempre e il futuro vedrà il crollo di quelle forze che ancora la ostacolano e che ne vorrebbero impedire la diffusione graduale nei paesi più arretrati della terra. Ma… a remare contro la libertà di pensiero ci sono anche i dogmi. Dogma deriva dal greco δόγμα, che deriva dal verbo δοκέω. Questa parola ha tre significati:
1-opinione, parere;
2-pensiero, dottrina filosofica; dottrina religiosa;
3-decisione, giudizio, decreto;
L’espressione δόγμα ποιε֘ισθαι significa deliberare, emettere un decreto.
Il problema del dogma è che qualcuno ti obbliga a seguire un pensiero e non ne puoi uscire al di fuori, imponendo la sua visione etica come ufficiale ed obbligatoria. È quanto accadde a Galileo Galilei, che, andando contro i dogmi della Chiesa, è stato costretto a ritirare le sue tesi, che poi però si sono rivelate vere.
Eticità è un termine usato dal filosofo tedesco Hegel, che lo riferisce all’insieme di istituzioni sociali, come la Famiglia, la Società civile e lo Stato, nei quali la libertà passa dalla sua astratta espressione individualistica alla universalità concreta. Questo concetto è legato all’etica. Etica nel linguaggio filosofico è ogni dottrina speculativa che comprende il comportamento pratico dell’uomo, soprattutto quando l’uomo intende indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi per conseguirlo, quali siano i doveri morali verso se stessi e verso gli altri e quali siano i criteri per giudicare la moralità delle azioni umane.
L’etica è, quindi, sia un insieme di norme e di valori che regolano il comportamento dell’uomo in relazione agli altri, sia un criterio che permette all’uomo di giudicare i comportamenti, propri e altrui, rispetto al bene e al male.
Spesso etica e morale sono usati come sinonimi e in molti casi è un uso corretto, ma è bene precisare che una differenza esiste: la morale corrisponde all’insieme di norme e valori di un individuo o di un gruppo e può variare nel tempo e nello spazio, mentre l’etica, oltre a condividere questo insieme, contiene anche la riflessione speculativa su norme e valori ed è invariabile. Se la morale considera le norme e i valori come veri e condivisi da tutti, l’etica cerca di dare una spiegazione razionale e logica di essi.
Per comprendere meglio la natura ambivalente e collettiva dell’etica possiamo confrontarla con un’altra istituzione normativa, il diritto. Entrambe le istituzioni regolano i rapporti tra individui affinché siano garantiti la sicurezza personale e l’ordine pubblico, ma si affidano a mezzi diversi. Mentre il diritto si basa sulla legge territoriale che va promulgata affinché tutti la conoscano e che, se non rispettata, sarà seguita da una pena, l’etica si basa sulla legge morale, valida universalmente, già nota a tutti in modo non formale; il primo si occupa della convivenza fra gli individui, la seconda della condotta umana più in generale.
Ma bisogna sottolineare come il rapporto tra etica e diritto nel corso della storia umana sia stato ambiguo. Mentre il diritto è la scienza della coesistenza regolata da norme giuridiche che dovrebbero basarsi su principi etici e l’etica invece è la capacità di designare ciò che giusto rispetto a ciò che è ingiusto, essi non coincidono sempre e spesso non perseguono lo stesso obiettivo.
Esistono, però, dei punti di incontro se si guardano i principi più importanti del diritto stabiliti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. I principi della Dichiarazione vengono raramente in disaccordo con il piano dell’etica ed ormai sono un punto di riferimento per ogni Stato e quasi obbligano questi stessi a formare gli ordinamenti di base seguendo quei principi.
L’etica è, quindi, sia un insieme di norme e di valori che regolano il comportamento dell’uomo, sia un criterio che permette all’uomo di giudicare i propri comportamenti, come quelli degli altri, rispetto a ciò che secondo lui è giusto o sbagliato in assoluto e da ciò consegue che il diritto discende dall’etica.