LECCE (di Marta Grattagliano) – A scuola io e la mia classe stiamo guardando un film di cui, pur essendo uscito quest’anno, non avevo mai sentito parlare ma che sono felice di aver scoperto: sto parlando di “Green Book”, uscito in Italia nelle sale lo scorso 7 febbraio.
La pellicola ha riscosso numerosi premi tra cui tre Oscar: miglior attore non protagonista, migliore sceneggiatura originale e miglior film. Quest’ultima nomina è stata ricevuta un po’ a sorpresa poiché si credeva infatti che andasse a “Roma” che invece aveva ottenuto tre premi Oscar come miglior film straniero, miglior fotografia e miglior regia.
Nonostante ciò, “Green Book” non si è tenuto lontano dalle critiche in particolare sul tema principale del film: il razzismo. È stato infatti commentato il punto di vista “dei bianchi” dal quale si è presentato l’argomento nonostante sia una pratica che veniva usata nei decenni scorsi e che ora va a diminuire soprattutto nei film da Oscar.
Già dal titolo, infatti, possiamo notare il punto di vista: il Green Book è appunto un libro (realmente pubblicato) per afroamericani nel quale vengono indicati i posti in cui possono andare durante i loro viaggi. In più, si credeva che la storia fosse un remake di “A Spasso Con Daisy” in cui Morgan Freeman faceva da autista ad una donna bianca.
Il lungometraggio è ambientato nell’America degli anni Sessanta partendo da New York per poi spostarsi per tutto il resto del film negli stati del Sud. I protagonisti sono Tony Lip (Viggo Mortensen) e Don Shirley (Mahershala Ali), il primo un buttafuori italoamericano e il secondo un famoso e ricco pianista afroamericano. Shirley per il suo tour decide di ingaggiare Tony come autista e assistente e ciò consente ai due personaggi, all’inizio del viaggio molto diversi, di instaurare un bel rapporto d’amicizia tant’è che lo stesso Tony, razzista, si trova spesso a difendere da insulti e molestie lo stesso Shirley.
Un film consigliatissimo non solo per il messaggio che vuole dare agli spettatori, ma anche per divertirsi un po’ con il lato comico che viene fuori dal parallelismo tra i due protagonisti: uno che potremmo definire quasi “selvaggio” e l’altro, invece, composto ed educato. Buona visione!