Cristina Dell’Acqua al Liceo Classico e Musicale “Palmieri”

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LECCE (di Valentina Anglani) Il 26 ottobre scorso l’aula magna del liceo Classico e Musicale “Palmieri” ha ospitato la professoressa di Lettere classiche Cristina Dell’Acqua, autrice del libro Una SPA per l’anima, un testo che induce inevitabilmente ad un amore per i classici.

Nel suo intervento la professoressa si è concentrata sul significato del verbo “cosmeo” non basato sull’apparenza, ma sul benessere interiore: “C’è chi sceglie ancora oggi la sfida di un liceo classico che vi pone davanti delle difficoltà, il greco e il latino, sono le uniche discipline a porci, la traduzione. Questa scelta è rivoluzionaria e controcorrente alla quotidianità della velocità social. Tradurre lingue antiche – ha dichiarato la professoressa – induce sempre a delle scelte e quando si acquisirà la capacità di scegliere tra due cose lievemente differenti, si sapranno cogliere tutte le sfumature e il segno resterà per tutta la vita”.

Nel libro si parla della ricerca di un “cuore antico” per trovare quindi l’amore per le lingue antiche. In risposta ad una delle numerose domande poste dai ragazzi, l’autrice ha parlato anche della filantropia; oggi infatti si intende come filantropo una persona che destina parte del suo patrimonio in beneficienza, mentre bisognerebbe ritornare al suo messaggio più profondo quale l’avere a cuore l’uomo e tutto ciò che lo riguarda.

L’autrice ha consigliato come classici latini Seneca da leggere e Cicerone da tradurre, mentre tra i greci invece ha suggerito l’Antigone, in cui Sofocle “inventa” le parole amore e odio. La filosofia potrebbe anche servire, ai nostri giorni, per integrarsi con nuove culture. Infatti, ci aiuta a capire che siamo fatti di domande, non di risposte, le domande sono delle risorse e bisognerebbe sempre diffidare da chi ci dà risposte sicure.

Nel suo libro la professoressa Dell’Acqua scrive: “Un amico non lo tradisci, casomai lo affronti e ci litighi” esprimendo la sua idea nel poter perdonare in genere, almeno nel tempo, perché tutti in un momento di debolezza sono spinti a concentrarsi solo su di sé e tutti meritano di poter avere una seconda possibilità. Inoltre, ha fatto riferimento alla tragedia di Alcesti di Euripide per parlare dell’amore attraverso il sacrificio espresso dalla donna e il diritto a essere amato rivendicato dal marito. L’amore ha la felicità come principio di fondo, deve farci fiorire, non appassire.

Tra l’altro, i Greci avevano affrontato il tema della paura, che non svanisce nel tempo, attraverso imiti come quello di Prometeo, che ci lascia un insegnamento“il coraggio ci si scatena quando abbiamo qualcuno che ci dà sicurezza, i famosi occhi che ti sanno guardare” il modo per vincere le paure è avere coraggio, “ognuno di noi ha le proprie paure che ci inchiodano ad una rupe, a qualunque età e in qualunque momento. La chiave è sapere che esistono e trovare la relazione con gli altri che ci aiuti ad affrontarle”. La professoressa ha quindi concluso descrivendosi con tre aggettivi: curiosa, permalosa e affettuosa, per invogliare i ragazzi a conoscersi e apprezzarsi senza preoccuparsi del giudizio altrui e diventare “i migliori amici di se stessi”. Prima di andare via ha poi lasciato un insegnamento ai ragazzi presenti:“Non abbiate paura di essere ambiziosi”.