LECCE (di Giada Palumbo) – “Noi donne quello che inventiamo, lo inventiamo per esigenza personale”, dice così Teresa Mannino in un suo spettacolo televisivo intitolato “Se stasera sono qui’’, dopo aver criticato l’esigua percentuale in Italia di vie dedicate alle donne (ovvero il 5%), ha passato in rassegna il racconto di tre rappresentanti del gentil sesso che, per esigenze personali, hanno cambiato la vita di miliardi di donne come loro, ma anche di tanti uomini…
La prima è Mary Anderson. Perché proprio lei? E che cosa ha inventato? La Anderson non aveva la patente e per questo era costretto a prendere il taxi per raggiungere il posto di lavoro. Nelle giornate di pioggia era spesso in ritardo poiché il tassista, non vedendo la strada per continuare la corsa, periodicamente scendeva dall’auto per pulire il parabrezza mentre il tassametro scorreva. Così Mary, stanca di aspettare, di arrivare tardi e di sborsare cifre esorbitanti, ritenne necessario inventare un braccio che oscillasse, in grado di eliminare i residui di acqua dal parabrezza in modo da non compromettere l’efficienza dell’auto. Ogni volta che lei saliva sul taxi ed era una giornata piovosa posizionava il braccetto mobile sul parabrezza e, a fine corsa, lo portava con sè. Da questo racconto risalente al 1905 sono passati 112 anni e l’invenzione della Anderson è l’attuale tergicristalli.
Un’altra donna, Bette Nesmith Graham, segretaria sbadata, una “qualità” che non si addice al suo lavoro, per i suoi innumerevoli errori di battitura alla macchina da scrivere che comportava la riscrittura dei documenti, inventò una soluzione rapida alla sua sbadataggine, il “correttore”, oggetto tanto caro ancora oggi a tutti i ragazzi dei licei.
Infine, nel 1910, mentre Thomas Hunt Morgan scopriva che i geni sono localizzati nei cromosoni e Teodor Wolf scopriva l’esistenza dei raggi cosmici, Mary Phelps Jacob inventava il reggiseno…