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LECCE – Lecce, meta turistica rinomata del Sud Italia, rischia di perdere una delle sue più importanti e longeve tradizioni: l’arte della cartapesta, nata probabilmente nel periodo compreso tra il XVII e il XVIII secolo, i cui “segreti” si tramandano di padre in figlio da generazioni e che ancora oggi viene ammirata per la sua semplicità e bellezza. Nell’odierna società, proiettata alla continua ricerca della velocità, la scarsa propensione alla pazienza e alla passione dei più rischia di farla finire nel dimenticatoio.
Di questo avviso è il maestro cartapestaio leccese Mario Di Donfrancesco il quale, raggiunto in via D’Amelio, nel suo laboratorio di statuaria sacra e restauro della cartapesta che sorge nel centro storico della città, ha posto l’accento sulla mancanza di nuove leve che abbiano l’interesse di imparare quest’antica arte: ”Temo che tra 40 anni la lavorazione della cartapesta possa scomparire insieme agli ultimi maestri depositari di questa cultura”. Ad ogni modo, per scongiurare l’ipotesi che tale scenario possa avverarsi, una soluzione potrebbe arrivare dalla scuola: grazie alla legge 107 sull’alternanza scuola-lavoro, le aziende di artigianato avrebbero infatti la possibilità di contribuire a diffondere la loro arte tra i ragazzi con corsi che avvicinino gli allievi direttamente al lavoro.
Un lavoro, come sottolinea il maestro cartapestaio, affascinante che, tuttavia, prevede l’utilizzo di materiali “poveri” come paglia, carta priva di cellulosa, argilla, fil di ferro per la realizzazione degli scheletri, spago, carta straccia e la così detta “ponnula” (miscuglio di acqua e farina che funge da collante). I soggetti sono prettamente religiosi e la loro lavorazione richiede fino ad un mese di tempo, nel caso di statue di maggiori dimensioni. La cartapesta leccese si differenzia da quella straniera o di altri territori italiani per realismo, pathos e unicità rispetto alle produzioni in serie internazionali che oggi monopolizzano i mercati. E chissà se l’antico legame che i leccesi hanno con la cartapesta possa far mantenere in vita questa nobile arte anche nel terzo millennio, continuando ad affascinare quei turisti provenienti da tutte le parti del mondo che dinanzi alle varie opere rimangono a bocca aperta.
* Articolo realizzato dagli alunni Alessandro Ferramosca, Eleonora Potenza, Alessio Marenaci, Giulia Rosato, Emanuele Spagnolo e Lorenza Suriano del Liceo Classico e Musicale “G. Palmieri” che partecipano al progetto di alternanza scuola-lavoro presso la redazione de Leccezionale Salento (foto fonte web).
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