La Biblioteca “Bernardini”, uno scrigno di tesori tutto da scoprire

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LECCE (di Victoria Taurino) – Dopo decenni di lavori di restauro iniziati nel 1979, la Biblioteca provinciale “Nicola Bernardini di Lecce sta per rimpatriare nella sua sede originale dell’ex Convitto Palmieri, dove è stata fondata nel lontano 1861, anno dell’Unità d’Italia. Così tornerà a casa il resto del suo grande patrimonio storico, forse la parte più unica e importante, costituita dal fondo Scrittori Salentini, il fondo Manoscritti – con centinaia di pergamene, cinquecentine e seicentine – e l’emeroteca storica, la raccolta di tutti i giornali salentini dalla metà del 1800 fino ad oggi.

Gabriele De Blasi

Quant’è importante questa biblioteca per il nostro territorio?
Lo è in maniera inversamente proporzionale alla sensibilità e alla consapevolezza che il territorio stesso nutre per la biblioteca“, risponde Gabriele de Blasi, da decenni bibliotecario del sito.

In parole povere, spesso non ci rendiamo conto della ricchezza di questa collezione: prendiamo ad esempio, solo nel fondo salentino, i 15.000 volumi che conservano la storia della nostra Provincia, con materiale unico al mondo. Tra questi figurano i manoscritti di Cosimo de Giorgi, definito il Pico de Paperis salentino per il suo essere poliedrico, che in particolare dimostrò interesse per l’archeologia; fu lui ad avviare gli scavi per riportare alla luce l’Anfiteatro Romano dormiente sotto Piazza Sant’Oronzo.

Com’è il rapporto dei giovani con questo bene prezioso presente in città?
La maggior parte di essi, spesso studenti universitari, utilizza la biblioteca solo come aula di studio mentre, per tutto il patrimonio che vi è custodito, dovrebbe rappresentare molto di più. Ma andando oltre al materiale storico qui presente, il Convitto Palmieri è diventato anche un contenitore di eventi, cuore pulsante della vita culturale cittadina, nel quale spesso si ospitano mostre, conferenze e presentazioni di libri“.

Un suo auspicio per il futuro.
Beh, speriamo che il territorio possa essere sempre più consapevole dell’importanza della Biblioteca ‘Bernardini’, non solo per la vita culturale della città, ma anche per il ruolo che una biblioteca così ricca di testimonianze storiche può avere perché, come scrisse Giacomo Leopardi nello ‘Zibaldone’, l’uomo senza memoria non saprebbe nulla e non sarebbe nulla“.