Il Rigoletto al Politeama Greco. Come comportarsi a teatro

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LECCE (di Victoria Taurino) – La stagione lirica Opera In Puglia ha portato al teatro Politeama Greco di Lecce il grande melodramma verdiano nelle serate di venerdì 8 e domenica 10 novembre, così come è stato presentato con successo dall’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento lo scorso maggio al Festival operistico di San Severo. Dietro, alcuni nomi illustri: regia di Paolo Panizza, scene di Franco Armieri, direttore dell’OLES Vlad Conta.  Anche nel cast protagonisti importanti come Leo An, il baritono coreano nel ruolo di Rigoletto, Angelo Fiore nei panni del Duca di Mantova e il soprano debuttante Giulia Della Peruta nel ruolo di Gilda.

I primi spettatori sono stati gli studenti: tali sono state le richieste per assistere alle prove generali da parte delle scuole della provincia che sono state messe a disposizione due mattinate, del 5 e 6 novembre. Ciò nell’ambito del progetto OLEScuola che, come si può capire dal nome, punta ad organizzare queste matinée per gli studenti sfruttando il momento delle prove generali. È segno che forse, finalmente, ci si sta rendendo conto dell’importanza formativa del teatro, dei concerti e dell’opera che, in particolare, ha influenzato in modo importante la cultura e la storia italiana nell’Ottocento.

E infatti pare una fantastica iniziativa su carta, ma in pratica? Si può ben immaginare l’ovvio risultato quando qualche centinaio di ragazzini iperattivi e presi dal tipo di noia più profondo sono costretti nello spazio opprimente e allo stesso tempo agorafobico della buia platea di un teatro. Chiunque sia mai andato a vedere una rappresentazione con la scuola sa di cosa stiamo parlando, e se è stato attento, più che aver imparato dallo spettacolo in sé, ha imparato quanto sia importante l’esperienza complessiva. Se c’è qualcosa da criticare, non sono le persone, ma i comportamenti che caratterizzano la piaga del pubblico maleducato così diffusa da noi, naturale conseguenza di una nostra maleducazione su un livello più generale. Perciò vediamo alcune regole da applicare in particolare davanti alle rappresentazioni musicali dal vivo, ma anche alle rappresentazioni teatrali e al cinema:

  • Applausi solo quando dovuti. Se troppo generosi portano solo all’interruzione della continuità in scena e alla distrazione generale. In particolare, durante un concerto, mai applaudire tra un movimento e l’altro, e durante l’opera solo al termine dell’atto.
  • È triste doverlo puntualizzare, ma durante la rappresentazione è necessario un religioso silenzio. Religioso nel senso che un pubblico rispettoso si comporterebbe come se fosse a Messa la domenica.
  • Il cellulare rigorosamente spento, ma è utile, e da utilizzare con discrezione e buon senso, in caso di emergenza: ad esempio durante lo spettacolo del 6 novembre non funzionavano i sottotitoli a causa di un guasto e ad alcuni è convenuto armarsi di libretto digitale per seguire. Scattare foto è inutile, oltre che proibito nella maggior parte dei casi: date per certo che verranno male, che non andrete mai a riguardarle e che finirete per cancellarle, dunque fareste meglio a godervi lo spettacolo. Altrimenti, i messaggini e le chiamate possono aspettare…
  • Per una visione consapevole serve previa preparazione, altrimenti l’esperienza sarà pressochè inutile. Certo si può andare ad assistere alla rappresentazione de Il Rigoletto senza avere la benché minima conoscenza dei personaggi, della trama e del contesto storico, ma cosa ci si guadagna? Da questo punto di vista ha senso partecipare con la scuola, al fine di inserire la rappresentazione all’interno di un percorso didattico; ma forse è chiedere troppo, se già la maggior parte degli insegnanti non si disturbano a raccomandare ai loro studenti le regole di etichetta basilari.

Ovviamente, non è così seria la faccenda: in fondo qualche secolo addietro è così che la gente passava le serate per intrattenersi e assolutamente non si vuole far sembrare chissà quale oppressione andare a teatro. Diventa seria quando diventa serio il problema della maleducazione, della mancanza di rispetto sia dei confronti degli esecutori, che degli altri spettatori; così l’esperienza costruttiva che il teatro vuole essere diventa solo distruttiva, una perdita di tempo e di soldi per tutti. Perciò impegnatevi ad assistere ai concerti, agli spettacoli, alle opere, tenendo bene a mente questi principi e fermandovi a mantenere l’attenzione nonostante la nostra abitudine ad un costante flusso di stimoli, informazioni e pensieri. Chissà, magari potreste imparare ad ascoltare…