Contro la violenza sulle donne

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(da “La Terra Santa” di Alda Merini)

 

LECCE (di Luca De Masi, Ilaria Guzzardi, Federica Sozzo e Verdiana Zollino) – In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, nel Museo della scienza e della tecnica di Milano, è stato realizzato un tappeto di origami rosa, questi ultimi ricavati da fogli di pagine della poesia “Ogni mattina” di Alda Merini.

La poetessa nella sua poesia fa emergere la figura di una donna desiderosa di liberarsi dalla sua condizione di sofferenza e di angoscia, così grande da oscurare anche i momenti più belli della sua vita e ritrovandosi a vivere una “malattia”, intesa come amore malato che non le permette di reagire.

I motivi dell’accettazione di questa condizione e dell’incapacità di non reagire possono ricollegarsi ad aspetti legati sia da un punto di vista sociale ed economico, sia psicologico. Questi due ambiti, analizzati separatamente, trovano entrambi riscontro nella famiglia.

La maggior parte delle donne subisce violenza dal partner attuale o dall’ex, altre da componenti del gruppo parentale: padre, zio, figli, fratello.
Determinanti in questa sopportazione sono la mancanza di un lavoro che relega la donna al semplice compito di accudire i figli e di gestire la casa, dunque l’assenza di una indipendenza economica che potrebbe facilitare il distacco dall’aggressore, ma anche l’indifferenza dei pregiudizi sociali dovuti ad una mentalità chiusa. In questo contesto subentra il fattore psicologico, dove la donna si sente corresponsabile e sminuisce la gravità dell’accaduto.

In altri casi la donna è vittima di una violenza psicologica da parte dell’aggressore che, attraverso critiche e umiliazioni, crea nella donna un profondo senso di disagio e inadeguatezza, supportata dalla “tattica del silenzio” consistente nell’abuso emotivo con l’utilizzo di monosillabi, toni irritati e musi lunghi con lo scopo di provocare nella donna dubbio e incapacità di pensare lucidamente. Tale fenomeno è denominato Gaslighting.

Inoltre l’uomo, con una gelosia che si configura come possessività e ossessione, considera la donna come una sua proprietà e la isola dalla società.

Per uscire da questa situazione di violenza psicologica sono necessari piccoli accorgimenti: avere piena consapevolezza e amore per se stesse, essere consapevoli dell’effetto dannoso che può provocare e la cui unica soluzione è la fuga, lasciare la persona in questione e ripartire dalla propria persona, procedendo per gradi, ammettendo di aver bisogno di aiuto, mostrando così coraggio e consapevolezza.

Grazie all’esistenza di associazioni e strumenti che ci vengono forniti, ad esempio il Numero Rosa, le donne hanno la possibilità di combattere per la loro libertà e autonomia, denunciando il proprio orrore.