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intervista per il giornale La Stampa a Ludovica Manco del Liceo Classico “Palmieri” di Lecce.
a cura di Federico Taddia
98 studentesse e studenti del ’98 per dire: “Cari adulti, questo è quello che non sapete di noi”! Su Lastampa.it torna “MaturItalia”, il viaggio di Federico Taddia tra i maturandi d’Italia. Una storia al giorno, per raccontare la storia di una generazione. E connettere gli adulti di oggi con gli adulti di domani. Per partecipare scrivete a maturitalia@lastampa.it
Meno 95 giorni all’esame: come va?
C’è una strana tensione: da un lato non vedo l’ora di capire cosa sia questo benedetto esame e dall’altra c’è l’adrenalina per quello che mi aspetta dopo.
Lo vivi come un semplice esercizio scolastico o l’esame ha qualche significato simbolico?
Per me nessun compito, nessuna interrogazione e nessun test è mai stato un mero esercizio scolastico. E’ sempre un mettersi alla prova. E’ il trovarsi di fronte ad un insieme di tasselli, di conoscenze ed emozioni, che ti hanno permesso di crescere. L’esame di maturità lo considero un esame di vita.
Come sono stati questi cinque anni?
Mi hanno esponenzialmente trasformata. Mi pare ieri il primo giorno di scuola: ero insicura, incapace di gestire le mie relazioni, credevo di sapere tutto e invece mi mancavano completamente le fondamenta. Ora sono un’altra persona: di quella Ludovica là ho un ricordo lontano e sbiadito.
Io e il mare: una foto che è il simbolo della mia interpretazione del concetto di libertà
Cosa farai dopo?
Bella domanda. Avrei voluto avere due vite parallele, per poter sdoppiare le mie passioni. Da una parte la vena artistica, che ho sviluppato con anni danza, pianoforte, canto e teatro. Dall’altra parte l’attrazione per le discipline umanistiche. Ho sempre pensato di diventare magistrato, anche se ultimamente mi sta interessando la criminologia legale.
Cos’è la legalità per te?
E’ uno stile di vita. Una virtù. Un qualcosa in cui credo con tutta me stesso. Per questo voglio studiare legge: per capire quali sono i meccanismi che mi circondano. Per riconoscerli, contrastarli e modificarli.
Sei orgogliosa della tua generazione?
Sinceramente no. A volte credo di essere nata nell’epoca sbagliata. Non mi rispecchio nei “non” valori di tanti miei coetanei: c’è un vuoto totale, spesso non trovo argomenti attraverso i quali relazionarmi con gli altri e non trovo neppure il modo per parlare la stessa lingua. Questa generazione ha messo il sogno da parte, non lo riconosce più. Io senza sogni non potrei vivere, sarebbe un’esistenza monotona e cinica.
Io, mentre mi alleno: la danza è sempre stata la poesia della mia persona
Quando una persona è matura per te?
E’ matura quando sa mantenere un equilibrio tra la difesa delle proprie idee e il rispetto per le idee altrui. Conservando valori e personalità.
Cosa gli adulti non sanno di te?
I miei genitori di me sanno tutto, c’è un dialogo apertissimo, soprattutto con la mamma. E’ lei la mia migliore amica. Quello che di me però gli adulti spesso non percepiscono è la profondità di pensiero che c‘è dietro alla mia esuberanza. Sono una persona solare, sorridente, allegra. E per molti tutto ciò è sinonimo di superficialità. Invece dietro a questa apparente leggerezza, a questa spensieratezza, ci sono riflessioni complesse e articolate. Non sempre vengo capita. Ma mi piaccio così.
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