Stop ai femminicidi

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LECCE (di Valentina Anglani) – Basta con i femminicidi! Una media di tre donne uccise ogni settimana è a dir poco deplorevole, in continuo aumento dal 2000 ad oggi. È il momento di cambiare, di mettere finalmente in atto tutte le precauzioni possibili per evitare questo continuo flusso di morti ingiustificate e intollerabili. Non bastano più le manifestazioni, i discorsi e le raccomandazioni: occorre assicurare protezione a tutte le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare, molte delle quali sono andate incontro ugualmente alla morte.

Il cambiamento deve partire anche dalle stesse donne però, che recepiscano e non lascino correre i primi segnali di un amore malato e non si lascino sopraffare dallo spirito da crocerossine o di compassione. Che non accettino più di subire ed essere sottomesse, continuando ad onorare tutte le battaglie di emancipazione combattute in passato per ottenere diritti quali, ad esempio, la libertà e per il lavoro.

Passiamo in rassegna solo gli ultimi, in ordine di tempo, episodi di cronaca che hanno interessato donne: Ciro Curcelli, agente penitenziario della provincia di Foggia, uccide nel sonno la moglie e le due figlie di 12 e 18 anni. “Ho ucciso mia moglie e le mie figlie, ora mi suicido, venite, lascio la porta aperta” afferma l’uomo al telefono con i Carabinieri i quali, arrivati sul luogo del delitto, lo trovano sul letto in fin di vita per un colpo autoinflitto alla tempia, a causa del quale morirà durante il tragitto verso l’ospedale . Accanto al corpo è stata ritrovata la pistola d’ordinanza calibro 9 con cui ha commesso gli omicidi. Il figlio ventiseienne, residente a Ravenna, è l’unico superstite a questa strage familiare, che ha colto di sorpresa tutti i familiari e i vicini, che hanno parlato di una famiglia molto unita e senza particolari problemi. Questo è solo l’ultimo di una serie interminabile di femminicidi in costante aumento…

Nelle ultime settimane sono stati riscontrati 3 fatti di cronaca in cui l’apparente “sesso debole” si ritrova sempre dalla parte della vittima: il 6 ottobre a Bergamo il quarantasettenne Maurizio Quattrocchi uccide a coltellate la moglie e tenta di scappare. La donna si era già rivolta ai Carabinieri la settimana precedente, spiegando che l’uomo minacciava gesti violenti in seguito a crisi di gelosia, questo però non è servito a evitare la tragedia…

A Teramo, Cristian Deravoinea uccide con due coltellate al petto la compagna, mamma di una bimba di sei anni; l’uomo tenta di suicidarsi ferendosi con nove colpi al torace con lo stesso coltello, in seguito a ciò si sarebbe messo in auto probabilmente credendo di morire dissanguato, è invece stato portato in ospedale e accusato di omicidio volontario…

Risulta dunque amaramente evidente come non sia più ammissibile che, nel ventunesimo secolo, le donne perdano ancora così uno dei diritti più importante: quello alla vita.