ODISSEA IN ATENEO- Nell’UniSalento la campagna elettorale del “Palmieri”

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LECCE (di Cristina Prudenzano III B) – Alle 8:00 di questa mattina, i “palmierini” si sono dati appuntamento alle porte dell’Ateneo dell’Università degli studi del Salento, pronti a partecipare all’attesa prima assemblea d’istituto dell’anno scolastico 2018-2019.

Tra chi si guadagnava posizione tra la folla per accaparrarsi i posti migliori e chi si ripassava in mente il proprio discorso, quest’anno si è deciso di introdurre l’organo del Servizio d’ordine, organizzato dal professore Zoppi e formato dagli stessi studenti, in modo tale da evitare eventuali intrusi che negli anni passati non hanno perso l’occasione di assistere all’evento della nostra comunità studentesca, la quale si è distinta tra le altre per la sua organizzazione. Mi riferisco al lavoro compiuto dai mediatori dell’assemblea, (Raffaele Ruggio, Giorgia Cucurachi e Alice Caroli) i quali per primi si sono presi la briga di stilare un regolamento comportamentale per la nostra popolazione studentesca che quest’anno ammonta a più di 1300 ragazzi, per ricordarle “Il rispetto non tanto delle regole, ma il rispetto per il prossimo” come ha voluto precisare il prof. Zoppi.

A causa di vari problemi riscontrati con l’impianto acustico durante il corso dell’assemblea, purtroppo il pathos veniva a mancare in alcuni momenti, ma ciò non ha fermato i polmoni dei nostri palmierini, i quali sicuramente a quest’ora staranno comunicando a gesti. Ognuno di loro ha immolato la voce in nome dei propri obiettivi, parola chiave della giornata.

Ad aprire le danze è stata la lista Licea, formata da Federica Romano, Lorenzo Caricato, Matilde Marasco e Niccolò Braccio, quest’ultimo candidato a rappresentante del nostro istituto per il secondo anno di seguito. Da parte di studenti classicisti di certo non potevano mancare i riferimenti ai grandi classici per dar forza alle proprie parole, cariche di vulcaniche energie sin dal primo istante.

A seguirli è stata la decennale associazione studentesca Carpe Diem, rappresentata quest’anno da Cristian Leo, Luciano Licchetta, Gabriele Martano, Ludovica Fallavena, Alessandro Cretì, Francesco Alfonso, Jolanda Di Giorgio e Pierandrea Picoco. Esperienza, Dedizione e Concretezza. Queste sono le armi necessarie per risvegliare una coscienza critica all’interno della realtà scolastica e per viverne ogni singolo istante.

Sbarca in sala Enea, non l’eroe virgiliano, ma la nuova associazione studentesca con a bordo Jacopo Putignano, Filippo Cerfeda, Alessandra Medico e Franco Prete, pronti ad ampliare gli orizzonti di questo piccolo mare fatto di banchi e corridoi.

Si mette a fuoco Obiettivo, il circolo culturale libero rappresentato da Alessio Valentino, Rachele Calabrese, Giulia Dima, Matteo Puglielli, Andrea Ciccarese ed Emma Torsello, il cui motto “ACTA NON VERBA” rimbomba per le pareti dell’Università.

Obiettivo invita tutti quanti a scendere da quell’Iperuranio straripante di utopie e agire, al bando le parole, che parlino i fatti. Ma a questa rivendicazione della realtà sull’utopia si oppone F.A.R., “Fight against reality”, Riccardo Elia, Pierpaolo Mileti, Chiara Betocchi, Cecilia Mocellin e Francesca Massari) che risponde con le parole di Eduardo H. Galeano: “L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi e si allontana di due passi. Cammino di dieci passi e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare”.

Nel corso della giornata più volte siamo stati richiamati all’ordine, ma come biasimarci? Perché smorzare quest’impeto di partecipazione, che ci ha uniti tutti sotto lo stesso tetto, quella stessa forza che, se indirizzata bene, è capace di muovere il mondo? Guardandomi attorno e trovando negli occhi di tutti l’attenzione e la brama di dire la propria, di dare voce ai propri pensieri, mi sono sentita onorata di far parte di questa comunità, di essere una palmierina, studentessa di una scuola che mi ha dato gli strumenti per plasmare me stessa, che mi ha insegnato a combattere per i miei valori, a dare voce alle mie idee e a non aver paura di distinguermi. Una scuola che ha messo in moto gli ingranaggi del mio essere. Questa è stata la mia ultima prima assemblea d’Istituto, e sedendomi in prima fila, vicino alla porta, e voltandomi indietro verso quella moltitudine di ragazzi, ho realizzato di trovarmi alla fine di questo viaggio, di essere la prima che “uscirà” nel mondo, e mi è tornato in mente il giorno in cui sedevo lì in alto, all’ultima fila, così lontana, dove a stento riuscivo a vedere la fine, e dove ora un’altra generazione ha preso posto, eppure mi ci sono sentita così vicina in quest’esercito di esseri pensanti armati di cultura.

Insomma, oggi nel nostro microcosmo studentesco, abbiamo giocato a fare i grandi… O forse sono i grandi che cercano di ricordarsi di quell’energia che divampa in noi giovani? Quell’ardore che negli anni si dissipa e negli animi ne rimane un fievole ricordo. Oggi abbiamo dato la dimostrazione che è possibile tenere vivo questo fuoco, se sarà sempre alimentato dalla determinazione e dall’audacia, se ognuno di noi, senza mai tradire i propri ideali o zittire il proprio pensiero,  si muoverà al suono di “Ad Maiora Semper!”