Il PALMIERI INCONTRA L’INFETTIVOLOGO MASSIMO GALLI

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LECCE (di Valentina Anglani) Il Liceo Classico G. Palmieri ha ospitato virtualmente l’infettivologo Massimo Galli, la cui professionalità è riconosciuta a livello internazionale, e il dottore Donato De Giorgi, esperto in chirurgia generale a Copertino.

Dopo un breve saluto, la nostra dirigente Loredana Di Cuonzo ha rivolto a Massimo Galli le domande che i ragazzi volevano porgli, non avendo la possibilità di farlo direttamente a causa della “digitalizzazione” dell’incontro. L’infettivologo ha iniziato quindi a parlare della variante inglese del covid-19 che, a causa della sua maggiore contagiosità, in breve tempo sarà la più diffusa. È stato inoltre riscontrato che questa colpisca i più giovani, ma nonostante ciò non è più letale del virus che abbiamo conosciuto fino ad oggi.

Alla domanda sull’utilizzo degli integratori ha risposto con molta convinzione sulla loro inutilità. Iniziando a parlare di vaccino, invece, ha affermato l’importanza che tutti lo facciano, anche chi ha disturbi all’apparato linfatico e quindi ha minore possibilità di avere una buona risposta a questo. Per adesso i vaccini non sono messi in crisi dalle varianti, infatti da quella inglese pare si possa essere ancora protetti con lo stesso vaccino, mentre le varianti brasiliana e sudafricana preoccupano un po’ di più, in quanto condividono due mutazioni e quindi, pur essendo diverse, potrebbero essere entrambe difficili da tenere a bada con il vaccino. Ciò nonostante le piattaforme con cui sono stati messi a disposizione i vaccini attuali, che partono dal ceppo originario del virus, possono essere rapidamente adattate.

Dietro richiesta della dirigente, Massimo Galli ha chiarito il concetto di anticorpi monoclonali che sono ad alta attività neutralizzante, in quanto la loro parte variabile è in grado di interagire con il virus e bloccarne la diffusione. Potrebbero essere utilizzati per le persone a rischio, che non possono fare il vaccino, nella fase iniziale della malattia; l’immunizzazione passiva non è ancora stata sperimentata.  L’infettivologo non è invece un grande sostenitore del plasma, che infatti viene generalmente usato solo in caso di serio pericolo.

Sulla possibilità di riammalarsi ha dichiarato che probabilmente se chi ha già avuto il covid potesse contrarre la variante inglese, questa sarebbe già molto più diffusa; certo una percentuale di probabilità di ricontrarre il virus c’è, ma fino ad oggi è stato molto raro e la ricaduta è stata comunque molto più blanda. Riguardo la variante brasiliana invece ancora non si può stabilire, in quanto, fortunatamente, ancora non diffusa.

“Ci sarà in futuro una vaccinazione per i bambini, quando ormai avremo raggiunto l’immunità di gregge?” È stata una delle domande più originali, alla quale il virologo ha risposto affermativamente, anche se ancora non c’è un vaccino autorizzato a vaccinare bambini e adolescenti. A breve si estenderà dai sedici anni (dietro consenso dei genitori) perché a parità di massa corporea si potrebbero usare gli stessi vaccini degli adulti.

Il dottor Galli non si è dimostrato entusiasta nella gestione della pandemia che ha diviso l’Italia in colori, evidenziando la necessità di un sistema omogeneo che ponga maggiore attenzione ai tracciamenti e alle differenze anche nella stessa regione. Si sarebbe inoltre dovuta programmare una campagna vaccinale più lungimirante, che prevedesse la richiesta di tanto denaro da parte delle industrie che hanno prodotto i vaccini in tempi record e la necessità di continuare la produzione in larga quantità delle stesse. Sarebbe stato infatti opportuno lasciare la licenza di produzione a ogni paese e non a un singolo che li vendesse al miglior offerente.

Entrando un po’ nel personale ha risposto alla domanda sul perché si fosse avvicinato alla virologia, branca medica che fino allo scorso anno non era molto risonante. Massimo Galli ha affermato di essere laureato in medicina interna e di essersi avvicinato alle malattie infettive, in quanto trasversali a molti argomenti che lo appassionavano come aspetti clinici, genetici, epidemiologici. È sempre stato inoltre molto appassionato alle patologie del terzo mondo e ciò lo ha spinto ad andare come volontario per brevi missioni.

A causa dei problemi di connessione siamo riusciti ad interagire con il chirurgo Donato De Giorgi solo alla fine dell’incontro. Egli ha ringraziato il virologo, sottolineando l’importanza di avere un’esperienza diretta e trasmetterla, il fulcro tra il sapere e il saper dare, concludendo quindi che ognuno deve fare la propria parte.

In chiusura la nostra dirigente, simpaticamente, assicuratasi che ai due ospiti piacessero i gatti e in considerazione del fatto che oggi è la giornata internazionale del gatto, ha citato Aristotele, che affermava che solo gli esseri dotati possono apprezzare tali animali.