Il mondo perderà se non vincono i poeti

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LECCE (di Lucrezia Grande e Sara Margiotta) – “La poesia, nel passato, era al centro della nostra società, ma con la modernità si è ritirata sui margini. Io penso che l’esilio della poesia sia anche l’esilio del meglio del genere umano”. Questa citazione del poeta messicano Octavio Paz, premio Nobel per la Letteratura nel 1990, esprime in maniera efficace l’epoca che stiamo vivendo, in cui la poesia ha perso il suo valore ed è stata sostituita da altre forme vuote e approssimative.

Questo perché i giovani sentono il bisogno di evadere dall’opprimente quotidianità, andando alla ricerca di un’arte semplice ma incisiva, vicina al loro modo di interpretare la vita, bensì lontana da una vera e propria volontà di riflessione. Lo svago diventa il loro unico fine.

La poesia resta così troppo spesso rinchiusa all’interno delle mura scolastiche e viene proposta come un insieme di figure retoriche, scansioni metriche, rime e allegorie da studiare, invece che essere presentata come la massima espressione umana dei sentimenti. Di conseguenza, tra i ragazzi è diffusa la convinzione che scrivere in versi non sia abbastanza “figo” o, che per farlo, occorra essere novelli Dante o Leopardi

Tutto ciò è anche sintomo della loro necessità di sfuggire al “male di vivere”. Il “rimedio” che va più di moda è senz’altro la musica, in particolare generi come la “trap” o l’ “indie”, che i giovani ascoltano e amano per la leggerezza, la vacuità dei contenuti e la melodia orecchiabile. I temi ruotano intorno all’ostentazione della ricchezza, al sesso, al fumo e alla droga.

I vecchi “cantastorie”, quali De Andrè o Guccini, da coloro che si affacciano ora al panorama musicale, non vengono molto spesso apprezzati, in quanto la comprensione dei loro brani richiede un ascolto più attento e profondo. Infatti, non a caso, i loro testi sono vere e proprie poesie in musica. Basti confrontare le parole d’amore del cantautore De Andrè con quelle del famoso trappista Sfera Ebbasta: “E se tu tornerai t’amerò come sempre ti amai, come un bel sogno inutile che si scorda al mattino” scrive il primo; “Mi chiedo perché addosso porti ancora le mutande, è ora di coddare, porta pure la tua amica” scrive il secondo.

Un ruolo significativo nella diffusione dei nuovi generi è ricoperto dai social media. In questo modo il cantante o il poeta diventa più importante di quello che comunica: l’attenzione si sposta sulla sua vita privata, come si presenta, come parla, come si veste o sul numero dei suoi “followers”.

Ma come ci ricorda Federico Garcia Lorca: La poesia non cerca seguaci, cerca amanti”. Il che non significa che i nuovi generi musicali o poetici siano meno validi di altri, perché è giusto che il mondo cambi in base alle esigenze delle nuove generazioni; tuttavia è importante andare oltre la mera apparenza e capire il peso che hanno le parole e il senso di quello che vogliono trasmettere. Tutti abbiamo qualcosa da esprimere e ognuno è in grado di farlo in un modo unico e personale, e allora perché non provarci?