25 Novembre: insieme contro la violenza sulle donne

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LECCE (di Sofia Martella) – La violenza psicologica è una forma subdola di maltrattamento, in quanto invisibile e silenziosa, che colpisce moltissime donne, spesso inconsapevoli di esserne vittime. Al pari di quella fisica, provoca nelle donne conseguenze devastanti, ma troppo volte viene sottovalutata, perciò bisogna riconoscerla e trovare la forza per uscirne. Le donne, di frequente sono vittime di violenze efferate, nella maggior parte perpetrate da chi dice di amarle.

Si tratta, infatti, di uomini violenti e incapaci di amare, legati alla vittima da una relazione sentimentale (mariti, ex mariti, fidanzati, ex fidanzati). Sono dunque molte le donne che vivono in relazioni “tossiche” pensando che sia la normalità dei rapporti, inconsapevoli di essere all’interno di una dinamica di coppia disfunzionale.

Il femminicidio è un fenomeno che non deve essere trascurato, ma annientato con coraggio, perché ogni donna ha il diritto di vivere, di amare e di essere amata nella massima libertà. In seguito ai ripetuti atti di violenza, molte persone si sono riunite in diverse associazioni per contrastare questi fenomeni. Un esempio è l’associazione Doppia Difesa che, da un’idea di Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, dal 2007 si impegna ad annientare questi episodi di aggressione.

Noemi Durini

In occasione della quinta edizione del Filming Italy Best Movie Award, all’interno della Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, la Hunziker e la Bongiorno hanno ricevuto il riconoscimento. Il premio è stato dedicato dalle due rappresentanti a Imma Rizzo, madre di Noemi Durini, uccisa dal fidanzato più volte denunciato.

Un progetto che ha trasmesso un forte sentimento di realtà, dolore ma anche forza è quello lanciato dalla messicana Elina Chauvet, la quale ha creato un metodo per denunciare ed urlare al mondo l’orrore del femminicidio. Si tratta di “Zapatos Rojas” (Scarpe Rosse), ovvero una distesa di scarpe, rigorosamente rosse, che identificano il numero delle violenze, dei maltrattamenti e delle morti che le donne hanno subito. È stato scelto proprio il colore rosso perché simbolo dell’amore e della passione che si trasforma in male e violenza, identificando la possessione morbosa che diventa una trappola mortale e simbolo della femminilità che purtroppo oggi, molte volte, viene violata. Ogni paio di scarpe racconta una storia di dolore e paura, rappresentando l’enorme forza di volontà nel voler combattere queste sofferenze. Tantissime piazze italiane in questo giorno si riempiono di scarpe rosse in ricordo delle vittime.

Un altro simbolo di questa giornata è il fiocco bianco. Questo semplice nastrino ha in sé un significato molto profondo: esso riassume l’impegno che gli uomini hanno deciso di portare avanti in prima persona per dire no alla violenza sulle donne. La campagna del fiocco bianco nacque in Canada nel 1991, a seguito dell’uccisione di 14 ragazze nella facoltà di Ingegneria di ​Montreal per mano di uno squilibrato che aveva l’intenzione di riaffermare la preponderanza maschile in vari campi del sapere. Furono allora gli stessi uomini a riunirsi per prendere le proprie iniziative e a muoversi in maniera attiva contro la violenza sulle donne. Dopo solo sei settimane, più di centomila uomini hanno indossato un fiocco bianco, a testimoniare che non volevano essere più complici del silenzio. Questo progetto è giunto in Italia nel 2006.

Da allora, la Campagna del fiocco bianco insieme alla Casa delle Donne per non subire violenze si impegna ogni anno a promuovere nuove iniziative per dare una sempre maggiore risonanza a questo messaggio coinvolgendo sempre più partner.

Le donne devono essere amate sempre, non solo il 25 novembre, ma ogni giorno dell’anno. In una poesia di William Shakespeare si racconta la situazione in cui la donna, a causa di questa violenza, è costretta a vivere:

Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo: in piedi, Signori, davanti ad una Donna.